Alessandro Chessa - Leonardo Chessa - Piergiorgio Mulas
Spazio Felice 52
Roma - Via Cavallotti 52
(ingresso gratuito)
Opening, Giovedì 25 Settembre alle 19
Le cose vivono insieme a noi, ricordano, sognano.
Anche se sono ormai dei rottami o degli scarti, possiamo farci raccontare le loro storie,
i loro ricordi, la loro visione del mondo.
Possiamo trovare traccia della loro esistenza nella memoria universale dell'Infosfera.
Queste memorie, queste immagini e questi suoni, le vediamo e li sentiamo.
Ci circondano. Restituiscono uno sguardo inedito sul futuro.
Di Splanc3 rimangono dei rottami: una fusoliera dipinta a mano,
un motore con elica turchese e uno stabilizzatore di coda rosso.
È passato tra le mani di tanti bambini. Ora non ha più bisogno delle ali per volare.
Ricomposto e appeso a un filo, può proiettare le sue memorie e i suoi sogni di aereo.
S62 è inservibile, uno scarto. Ha ascoltato le voci di mille e mille telefonate,
ma ora è in disuso, soppiantato dai cellulari che si prendono gioco di lui.
Anche in questo stato può avere un barlume di vita, provare di nuovo a connettersi col mondo,
e riproporci conversazioni antiche e nuove telefonate in lingue sconosciute e misteriose.
Cagliari - Via Mazzini 6
(10 metri da Piazza Martiri)
(ingresso gratuito)
Opening con DJ Set, Venerdì 25 Aprile alle 19
L'istanza estetica della Generative AI (GAI), quella che sta inondando i media di immagini e video ipercinetici e iperrealistici, anche nella direzione di falsificare la stessa realtà che vorrebbe celebrare, sembra un impulso mainstream ormai inarrestabile.
La fotografia alla fine del XIX secolo aveva spinto i pittori del movimento divisionista, battezzato a Milano nel 1891, ad andare oltre l’iper-dettaglio nella descrizione delle figure, privilegiando pennellate vibranti e filamentose, che andassero a frantumare e a ricomporre in parcelle elementari più grandi la rappresentazione della realtà, quasi a volerne rivelare il lato nascosto. Oggi GAI, la nuova tecnologia emergente, generatrice di molteplici realtà possibili, potrebbe spingerci ugualmente a infrangere la tendenza all’iper-defizione e all’iper-estetizzazione dei mondi artificiali che è in grado di creare, per sondare nel profondo l'immaginario delle macchine e portare alla luce la loro memoria grezza, visiva e sonora, anche nei suoi aspetti più reconditi e inquietanti. Nel XX secolo col futurismo, dopo l’esperienza divisionista, la tecnologia era rientrata dalla finestra da protagonista, quasi a celebrare i presunti fasti bellici che sarebbero arrivati. Quale nuovo ruolo quindi per GAI nell’attuale processo di creazione artistica?
Come in una proposta di Aeropittura aggiornata ai nostri tempi, presentiamo Splanc3, un modello prototipale di aereo frantumato e decomposto che GAI può aiutarci a rivitalizzare in un gioco di specchi, di memorie associative e riverberi sonori dall’Infosfera.
Alle soglie del XXI secolo vorremmo inaugurare un futurismo di nuova lega, che non preluda a un mondo distopico e di devastazioni, come purtroppo è già accaduto in passato, ma che faccia leva sull’innovazione tecnologica per capire meglio chi siamo, come è fatto il mondo che ci circonda, incluse tutte le cose che ci accompagnano nel nostro vivere quotidiano.
Con l’installazione Splanc3 vogliamo proporre una linea estetica di resistenza a un canone di bellezza stereotipato e massificato, governato da algoritmi fuori controllo, privilegiando un’esplorazione intimista, non edulcorata da effetti speciali digitali o automatismi ‘generativi’, nel quale emerga prepotentemente il lavoro artistico dell’essere umano. Quindi un futurismo meno celebrativo, che colga meglio gli aspetti fallibili e potenzialmente pericolosi delle nuove tecnologie dell’Intelligenza Artificiale, e che si richiami alle istanze contro culturali del movimento lo-fi/lo-def. Un futurismo scevro da entusiasmi incondizionati, che consideri anche il lato debole delle macchine, senza comunque farsi tentare da derive luddiste. Potremmo definirlo un futurismo low-profile, a bassa intensità estetica: lo-fu, per sintetizzare, dotato di un impulso espressivo meno accecante per le nostre coscienze, ma più profondo, più vicino all’insondabile del nostro essere umani e di tutti gli esseri viventi e non viventi: di tutte le cose, insomma.
Alessandro Chessa, PhD in Fisica Teorica, docente Luiss in Data Science & Artificial Intelligence e docente NABA in Machine Creativity, è stato Research Associates alla Boston University. Attualmente è CEO di Linkalab e CTO della Startup Factory Ovum. I suoi interessi scientifici vanno dall'applicazione della Meccanica Quantistica al World Wide Web, allo studio dei Grafi Sociali, per arrivare ai Big Data nell'informazione giornalistica. Recentemente si sta occupando dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla creatività umana e sulle organizzazioni aziendali.
Piergiorgio Mulas, è un artista visivo, pittore, illustratore e autore di testi comici per radio e teatro come "Le avventure di Marroc" ed "Effetti collaterali della resurrezione".
Negli ultimi anni si è dedicato al progetto “Magnum Chaos”, un elaboratore d’arte caotica e ha realizzato una performance concettuale permanente con un personaggio di sua creazione: Lino Toschi.